La statua della Madonna del Rosario è stata commissionata nel 1714 dai Padri Domenicani del Monastero di San Tommaso, oggi sede dell'Università ed è opera dell'intagliatore Giuseppe Sala e del doratore Antonio Maria Moroso. E' custodita nella Basilica di San Michele Maggiore dal 1900, dopo un decreto del Vescovo di Pavia Agostino Riboldi in cui si dichiarava che la stessa doveva essere trasferita da San Pietro in Ciel d'Oro in San Michele Maggiore, al posto della statua già esistente in Basilica dal 1785 grazie al lascito di una certa Signora Lucrezia Battanoli che è stata trasferita dai Padri agostiniani.
Dopo il restauro della statua, avvenuto nel 2008, la Madonna è stata spostata nella navata sinistra della Basilica (collocazione provvisoria).
Purtroppo l'11 febbraio 2010 tra le ore 9.15 e le ore 9.40 veniva rubato il Bambin Gesù.
Il 2 marzo si è costituito il comitato "per la statua di Gesù Bambino", formato da diverse persone allo scopo di raccogliere fondi, per il rifacimento della statua rubata. Dopo aver raccolto il denaro necessario per eseguire il nuovo "Bambino" si è dato l'incarico all'intagliatore piacentino Attilio Balduzzi, che ha consegnato l'opera alla fine di agosto in modo che venisse gessata, dipinta e cerata entro ottobre. Il lavoro è stato effettuato dalla restauratrice Silvia Mantica che si era già occupata del restauro della statua della Madonna.
Domenica 10 ottobre 2010 presso la Basilica alle ore 10:30 si è svolta una Messa Solenne dedicata alla Madonna del Rosario celebrata dal parroco don Giulio Lunati. La celebrazione si è conclusa nella navata di destra per un emozionante momento, “il ricongiungimento” del nuovo Bambino con la Madonna.
Il 27 maggio 2012 alla Santa Messa delle 17.30 il parroco don Giulio Lunati, prima della benedizione finale, ha inaugurato il baldacchino della Madonna datato e firmato da Carlo Riposso intagliatore ed Ambrogio Nava doratore; restaurato completamente dalla dottoressa Silvia Mantica. Le spese del restauro sono state sostenute dal Lions Club Pavia Regisole e dalla famiglia del prof. Vittorio Molina.
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