Volgendo a destra, sul fianco della Basilica, nell'angolo che fa il braccio destro del transetto, ecco lo splendido portale, la cui soglia è ormai ad un livello inferiore alla via che gli corre a lato. E' chiamato - con un titolo biblico femminile - « Porta Speciosa ». Pur tenendo conto del restauro ottocentesco nella parte destra, ancor oggi possiamo ammirare la sua strombatura profonda, la ricchissima decorazione di colonnine e di lesene culminanti nelle proporzionate ghiere: ovunque palmette, intrecci, fiori nei girali che sembrano di girasole, figure di bimbi tra i fiorami, agnelli con l'asta della croce intrecciata a una gamba anteriore.
Nella lunetta è l'Angelo, in piedi, nell'atteggiamento comune a quello di tutti i portali, salvo che il viso è appiattito dalle intemperie. I due stipiti più profondi, con motivi di draghi intrecciati in molli spire, reggono l’ancora leggibile architrave che ci offre nella superficie notevolmente incavata, ed entro un clipeo pure profondo, con bellissimo gioco di ombre, il busto del Signore, togato, col suo nimbo crucigero, il quale porge a Pietro le due chiavi, e a Paolo il volumen, svolto, della Legge, ambedue nel loro tipo iconografico: Pietro con la barba breve e i capelli corti, folti e ricci; Paolo con la testa calva e barba lunga e intiera. A queste traditio clavium e traditio legis è opportuno commento il verso leonino - con rima o assonanza al mezzo:
ORDINO REX ISTOS SUPER OMNIA REGNA MAGISTROS
(Io, Re, costituisco questi due, maestri su tutti i regni).
Giungiamo così alla testata meridionale, imponente, del transetto, la quale ha per sua prima e curiosa caratteristica, l'assenza di un portale. È quasi tutta in arenaria, in blocchi di varia consistenza da far pensare a più cave. Ai fianchi del coronamento in mattoni, si notano più linee di risega, elemento che è notevole anche nella testata di nord e, del resto, in tutte le nostre superstiti chiese lombarde.
Il problema di questa testata, sin dalle origini chiusa, la quale ha al suo fianco il ricco portale che vedemmo, si spiega forse con l'intento positivo dell'architetto, di riservare questo braccio del transetto a una funzione particolare. Ce lo conferma, appunto nell'interno, quel sacello addossato alla controtestata, sacello misterioso, messo dagli studiosi in relazione con il trono del re. Infatti il ricco portale che vedemmo, appunto per la sua ricchezza e per quel suo carattere sereno e festoso, e per la sua collocazione lì, nell'angolo, a fianco, doveva essere in istretta relazione funzionale con questo braccio tutto chiuso.